Visualizzazione post con etichetta Infanta Cristina di Spagna matrimonio del 4 Ottobre 1997 con Inaki Urdangarin. Mostra tutti i post
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martedì 29 ottobre 2013
Matrimonio ANNA BRUFAU del 27 Ottobre 2013 con PABLO LARA......
Si e' celebrato a Barcellona un matrimonio nell'alta societa'spagnola tra Anna Brufau figlia del direttore generale di Indra societa' di tecnologia e Pablo Lara figlio del presidente del Gruppo Planeta,grande gruppo editoriale spagnolo.Ospiti attesissimi l'infanta di Spagna Cristina con il marito,che dal momento dello scandalo finanziario che li ha travolti e'andata a vivere in Svizzera,ed era la prima volta che tornava in Spagna......
(foto OGGI)
sabato 23 febbraio 2013
INFANTA CRISTINA DI SPAGNA matrimonio del 4 Ottobre 1997 con INAKI URDANGARIN.....
Il "si" dell'Infanta unisce la Spagna.Barcellona in piazza, milioni davanti alla Tv per le nozze tra Cristina e il basco Inaki Due sposi sorridenti e sereni hanno conquistato aristocrazia e popolo.Il sole radioso e la temperatura estiva avrebbero riempito di bagnanti le spiagge di Barcellona se fosse stata una giornata normale.I barcellonesi si erano riversati nelle strade dove avrebbero potuto scorgere, almeno per un attimo, l'Infanta Cristina, figlia secondogenita dei sovrani di Spagna e terza nell'ordine di successione alla corona, al fianco di Inaki Urdangarin, eroe sportivo della citta', borghese, che e' diventato duca di Palma di Majorca ed e' entrato a far parte della famiglia reale. Chi non era sceso in strada stava inchiodato dinanzi ai televisori. La Spagna intera per un paio d'ore si e' fermata per assistere al matrimonio di due giovani palesemente innamorati e simpaticamente "normali". Senza sforzo Cristina di Borbone, come tutti i suoi famigliari, e' una lezione vivente per i Windsor, criticati per non sapersi muovere in sintonia con i sentimenti della gente comune. La sua vita dimostra che si possono conciliare i doveri di principessa con l'indipendenza di una donna moderna. Una festa di popolo ha accompagnato la cerimonia che ha saputo combinare fasto e semplicita'. Molti erano arrivati la sera precedente per conquistarsi un posto in prima fila sul sagrato della cattedrale gotica ed avevano trascorso la lunga notte fra canti e balli. Hanno accolto con calore i 1300 invitati che avevano trovato posto nella magnifica chiesa costruita sul luogo di una basilica distrutta dai Mori. Vi erano i rappresentanti di una quarantina di case reali dell'Europa, del Medio Oriente e dell'Asia. Per parecchi di loro questa e' stata la prima occasione di ritrovarsi ad un mese dai funerali di Diana, principessa di Galles. E l'occasione era gioiosa, il secondo matrimonio reale nella Spagna postfranchista dopo quello della primogenita Elena. Quando sono comparsi Cristina e Inaki l'entusiasmo e' salito alle stelle: gli applausi si mescolavano ai rintocchi delle campane.
I due giovani, nel corso della cerimonia, erano commossi e, nello stesso tempo, sereni. Erano meno commossi, comunque, di re Juan Carlos, il papa' della sposa, che aveva gli occhi sempre seri e colmi di lacrime nel momento del "si', quiero", "si', lo voglio", in risposta al "Vuoi tu...?". Di tanto in tanto i due giovani si scambiavano due parole e sguardi complici mentre l'arcivescovo di Barcellona Ricardo Maria Carles nell'omelia li invitava a continuare a dar prova di semplicita' nella vita di coppia ed a "difendere i poveri" portando ad esempio madre Teresa di Calcutta. L'Infanta indossava un abito in seta color avorio confezionato da Lorenzo Caprile, un sarto nato a Madrid da genitori italiani. Un abito da sposa bello e semplice, come aveva chiesto la principessa. In testa Cristina aveva il diadema portato da sua madre Sofia durante il matrimonio con Juan Carlos. Terminata la cerimonia Cristina e Inaki, a bordo di una Rolls nera decapottabile, hanno percorso fra due ali di folla festosa il paseo de Gracia, per recarsi nel palazzo di Pedralbes dove ha avuto luogo il banchetto nuziale. Se i volti davvero specchiassero i pensieri, bisognerebbe concludere che al re di Spagna le nozze di sua figlia Cristina con il campione di pallamano sono andate di traverso. Per tutto il tempo della cerimonia ha infatti mostrato un'aria sconsolata senza riuscire a spremersi piu' di qualche stentato sorriso. Ma, nel caso specifico di Juan Carlos, e' l'espressione che gli si vede piu' spesso, almeno nelle cerimonie ufficiali. Dunque non e' dal viso che si puo' giudicare, ma solo dalle parole. "Se sono contenti loro", aveva detto in occasione del fidanzamento. E probabilmente e' un po' questo il suo sentimento. Uguale a quello di tutti i padri la cui figlia si sposi con un uomo sia pure bello, tenero e gentile, ma non previsto e distantissimo dal proprio ambiente.E' tuttavia possibile che questo matrimonio, che in altri tempi avrebbe significato un indebolimento, forse un avvilimento del trono, ne costituisca oggi, anzi domani, la forza. Fatta eccezione, infatti, per la grande aristocrazia, quella che non frequenta il re perche' il re non la frequenta, unita nel deplorare l'arrivo di un campione sportivo nella famiglia Borbone, gli spagnoli sono soddisfattissimi del nuovo membro della casa reale e Inaki Urdangarin, basco, altissimo, biondo e atletico, e' diventato, nei brevi mesi del fidanzamento, con il supporto massiccio della "prensa del corazon" (la stampa rosa), uno dei personaggi piu' coccolati dal pubblico. Il che non e' poco per un popolo che, pur amando il suo sovrano, non puo' definirsi monarchico. Prima della cerimonia, fuori dalla cattedrale di Sant'Eulalia, le ragazze, con i toni un po' isterici di tutte le fan, hanno applaudito Inaki come in uno stadio: "Guapo, guapo". Lo stesso che dei maschi avrebbero fatto per una star televisiva, una cantante, una fotomodella. Del resto, c'informano i giornali pettegoli, gran parte dei rampolli reali di tutta Europa prima o poi sono usciti o escono con una stellina o una fotomodella. Hanno la fortuna di poter realizzare, senza troppe difficolta' e per qualche tempo almeno, quel che ogni ragazzotto sogna in fondo al cuore.
Dopo, in genere, intervengono i reali genitori per richiamare all'ordine i figlioli e indirizzarli verso scelte piu' convenienti. Nel caso dell'infanta Cristina questo non e' avvenuto, soprattutto perche', sia pure in casa Borbone, al giorno d'oggi pare difficile proibire checchessia a una giovane trentenne, innamorata, di carattere indipendente, che si guadagna la vita lavorando, ma un poco anche perche' Juan Carlos aveva forse intuito l'importanza di acquistare un genero sportivo, vincente e popolarissimo. Che poi Inaki sia anche intelligente o capace, deve importare solo alla sua sposa. A tutti gli altri basta che continui a vincere le sue partite, a essere bello, gentile e sorridente. Fisicamente gia' somiglia ai nuovi parenti, a salutare e' gia' abituato, anche se ancora lo fa piu' come una star - mandando bacini con la mano - che come un reale, a stare in pubblico anche, idem ad andare in televisione ed essere fotografato. E poiche' quel che oggi separa di piu' regine e re dagli altri mortali, creando, come e' successo nella famiglia regnante inglese, scompensi insuperabili, non sono tanto l'etichetta, le tradizioni, le cerimonie e i modi, quanto l'abitudine a stare sempre sotto i riflettori, si puo' prevedere che il campione di pallamano a corte se la cavera' benissimo..... (FONTE CORRIERE)
I due giovani, nel corso della cerimonia, erano commossi e, nello stesso tempo, sereni. Erano meno commossi, comunque, di re Juan Carlos, il papa' della sposa, che aveva gli occhi sempre seri e colmi di lacrime nel momento del "si', quiero", "si', lo voglio", in risposta al "Vuoi tu...?". Di tanto in tanto i due giovani si scambiavano due parole e sguardi complici mentre l'arcivescovo di Barcellona Ricardo Maria Carles nell'omelia li invitava a continuare a dar prova di semplicita' nella vita di coppia ed a "difendere i poveri" portando ad esempio madre Teresa di Calcutta. L'Infanta indossava un abito in seta color avorio confezionato da Lorenzo Caprile, un sarto nato a Madrid da genitori italiani. Un abito da sposa bello e semplice, come aveva chiesto la principessa. In testa Cristina aveva il diadema portato da sua madre Sofia durante il matrimonio con Juan Carlos. Terminata la cerimonia Cristina e Inaki, a bordo di una Rolls nera decapottabile, hanno percorso fra due ali di folla festosa il paseo de Gracia, per recarsi nel palazzo di Pedralbes dove ha avuto luogo il banchetto nuziale. Se i volti davvero specchiassero i pensieri, bisognerebbe concludere che al re di Spagna le nozze di sua figlia Cristina con il campione di pallamano sono andate di traverso. Per tutto il tempo della cerimonia ha infatti mostrato un'aria sconsolata senza riuscire a spremersi piu' di qualche stentato sorriso. Ma, nel caso specifico di Juan Carlos, e' l'espressione che gli si vede piu' spesso, almeno nelle cerimonie ufficiali. Dunque non e' dal viso che si puo' giudicare, ma solo dalle parole. "Se sono contenti loro", aveva detto in occasione del fidanzamento. E probabilmente e' un po' questo il suo sentimento. Uguale a quello di tutti i padri la cui figlia si sposi con un uomo sia pure bello, tenero e gentile, ma non previsto e distantissimo dal proprio ambiente.E' tuttavia possibile che questo matrimonio, che in altri tempi avrebbe significato un indebolimento, forse un avvilimento del trono, ne costituisca oggi, anzi domani, la forza. Fatta eccezione, infatti, per la grande aristocrazia, quella che non frequenta il re perche' il re non la frequenta, unita nel deplorare l'arrivo di un campione sportivo nella famiglia Borbone, gli spagnoli sono soddisfattissimi del nuovo membro della casa reale e Inaki Urdangarin, basco, altissimo, biondo e atletico, e' diventato, nei brevi mesi del fidanzamento, con il supporto massiccio della "prensa del corazon" (la stampa rosa), uno dei personaggi piu' coccolati dal pubblico. Il che non e' poco per un popolo che, pur amando il suo sovrano, non puo' definirsi monarchico. Prima della cerimonia, fuori dalla cattedrale di Sant'Eulalia, le ragazze, con i toni un po' isterici di tutte le fan, hanno applaudito Inaki come in uno stadio: "Guapo, guapo". Lo stesso che dei maschi avrebbero fatto per una star televisiva, una cantante, una fotomodella. Del resto, c'informano i giornali pettegoli, gran parte dei rampolli reali di tutta Europa prima o poi sono usciti o escono con una stellina o una fotomodella. Hanno la fortuna di poter realizzare, senza troppe difficolta' e per qualche tempo almeno, quel che ogni ragazzotto sogna in fondo al cuore.
Dopo, in genere, intervengono i reali genitori per richiamare all'ordine i figlioli e indirizzarli verso scelte piu' convenienti. Nel caso dell'infanta Cristina questo non e' avvenuto, soprattutto perche', sia pure in casa Borbone, al giorno d'oggi pare difficile proibire checchessia a una giovane trentenne, innamorata, di carattere indipendente, che si guadagna la vita lavorando, ma un poco anche perche' Juan Carlos aveva forse intuito l'importanza di acquistare un genero sportivo, vincente e popolarissimo. Che poi Inaki sia anche intelligente o capace, deve importare solo alla sua sposa. A tutti gli altri basta che continui a vincere le sue partite, a essere bello, gentile e sorridente. Fisicamente gia' somiglia ai nuovi parenti, a salutare e' gia' abituato, anche se ancora lo fa piu' come una star - mandando bacini con la mano - che come un reale, a stare in pubblico anche, idem ad andare in televisione ed essere fotografato. E poiche' quel che oggi separa di piu' regine e re dagli altri mortali, creando, come e' successo nella famiglia regnante inglese, scompensi insuperabili, non sono tanto l'etichetta, le tradizioni, le cerimonie e i modi, quanto l'abitudine a stare sempre sotto i riflettori, si puo' prevedere che il campione di pallamano a corte se la cavera' benissimo..... (FONTE CORRIERE)
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