La popolare giornalista della tv, Lilli Gruber (Bolzano, 19 aprile 1957), sposa il 16 luglio 2000 un collega conosciuto in guerra Jacques Charmelot in un paesino della val di Fiemme.
Dietlinde detta Lilli sorride e risponde «oui», in francese. E Jacques pronuncia il suo «sì» in italiano. Poi il sindaco Alois Amort, che ha appena chiesto loro se vogliono diventare marito e moglie, fa anche lui un gran sorriso e dice qualcos' altro che di solito, in queste cerimonie, i sindaci non dicono: «Bé, non credevo di sentirmi così emozionato». La sposa accarezza una rosa gialla, quasi uguale alle tinte «champagne» del suo abito Armani di seta. Ci sono molte altre rose gialle tutt' intorno. E si stappa lo «champagne» vero, 15 bottiglie di Moet Chandon appena giunte in Comune. Giù in strada, di là dalle vetrate del municipio, un fotografo più allegro degli altri grida: «Lilli, non farlo!». Ma ormai è fatta: sono le 18.15 di un nuvoloso pomeriggio di luglio e Gruber Dietlinde (pare che in tedesco significhi «colei che guida i popoli») detta Lilli, altoatesina, giornalista del Tg1, è diventata la moglie di Jacques Charmelot, parigino, giornalista dell'agenzia France Presse, una carriera quasi parallela a quella della fidanzata con molti servizi anche di guerra dal Ciad, dal Libano, dalla Bosnia. Proprio in guerra, sul fronte del Golfo Persico nel ' 91, i due si erano conosciuti. E oggi in questo paesino di 1500 abitanti, Montagna (Montan in tedesco), un grappolo di case dominate da un castello all' imbocco della Val di Fiemme, in quelle terre del Basso Adige dove la giornalista ha trascorso la sua infanzia e dove ancora vive la famiglia Gruber, i fidanzati hanno appena detto il loro doppio «sì» l' uno nella lingua dell' altro. La sposa è arrivata verso le 18 con il padre, su una berlina «Jaguar Sovereignity» blu. Ha un abito lungo con lo scollo dietro, di seta cruda color miele, con scialle e cardigan di cachemire in tinta. L' ha preparato l' amico Giorgio Armani, così come l' abito grigio scuro dello sposo. Testimoni per lei il fratello Winfried, architetto e musicista jazz, insieme con l' amico Paolo Lucchini; per lui, Bandoin de Canecade e Roseanne Bartholomew, moglie dell' ex ambasciatore americano in Italia, Reginald. A casa Gruber, fra i molti altri, è anche arrivato un messaggio di auguri del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e dalla moglie Franca. Ci sono 78 amici e parenti, intorno ai due sposi nel Municipio. Fuori, telecamere e fotografi, e una piccola folla di valligiani. Fra gli altri invitati, c' è Pietro Calabrese, già direttore della divisione due della Rai e oggi responsabile multimedia della Rcs-Rizzoli e Claudio Bernabé, ex amministratore delegato di Eni e Telecom ed oggi nel consiglio di amministrazione di Andala e Tiscali. Finita la cerimonia, tutti si trasferiscono nella villa della famiglia Gruber a Egna, nel fondovalle, poco lontano dall' imbocco dell' autostrada. Il viale d' ingresso, tra una vasca-peschiera e un piccolo allevamento di cavalli aveglianesi, è fiancheggiato da torce che più tardi verranno accese per rischiarare il cammino. Al cancello, vasi di fiori gialli. E più oltre, nel grande giardino, tre gazebo bianchi, una sorta di tende arabe sotto cui si mangia. Il menu, preparato dai cuochi di un ristorante di Bolzano, è quasi tutto in chiave altoatesina: antipasti di speck, prosciutti locali e crema di rafano, zuppa di vino, risotto alle erbe, sella di capriolo ai funghi porcini, dolci vari con la torta nuziale. Un' orchestra di tre elementi, guidata da una giovane e graziosa sassofonista, suona musica jazz. Quando viene il buio, le note si diffondono ancora nei boschi intorno. «Lilli avrebbe potuto sposarsi anche a Parigi o a Roma - spiega un' amica di famiglia- ma è troppo affezionata a questi posti, per lei non sarebbe mai stato lo stesso».